Il giornalista Stefano Mensurati e il Sindaco Andrea Buonocore |
del Danubio. A seguito di questi scambi, famiglie di marinai e commercianti, si stabilirono nelle regioni della nuova Russia. A vantaggio dei velieri mercantili napoletani, nel trattato del 1787 era stata inserita una clausola segreta che permetteva loro di attraversare gli stretti presidiati dai turchi e ancora interdetti alla libera navigazione, e entrare nel mar Nero alzando la bandiera moscovita. Se ne avvantaggiò molto la marineria sorrentina, che ebbe la possibilità di estendere le proprie rotte ai porti della foce del Danubio e della Crimea: portavano vino, olio, frutta secca e prodotti lavorati e caricavano legname, ma soprattutto grano per Marsiglia o per l’Europa nord occidentale.
E’stata anche allestita una mostra, sedici pannelli fotografici che narrano la storia della comunità italiana, emigrata tra il 1820 ed il 1870 in Crimea, e poi deportata nei gulag del Kazakistan nel 1942 per ordine di Stalin. La deportazione della comunità è stata terribile: oltre un mese in vagoni ferroviari piombati per attraversare le steppe desertiche fino al Kazakstan mentre i più deboli, bimbi, anziani e malati che morivano, erano abbandonati dai treni in corsa come rifiuti. La persecuzione è terminata nel 1956 con Chruscev ma la comunità era ridotta ai minimi termini provata dalla terribile esperienza; sono passati altri anni fino a giungere alla riabilitazione totale effettuata a Putin. Gli italiani di Crimea, hanno passaporto ucraino ma sono russofoni (la Crimea è stata parte della Russia fino al 1956) e, ora vivono il difficile momento della penisola che ambisce a tornare parte integrante della Russia.
FOTO DELL'INCONTRO
E’stata anche allestita una mostra, sedici pannelli fotografici che narrano la storia della comunità italiana, emigrata tra il 1820 ed il 1870 in Crimea, e poi deportata nei gulag del Kazakistan nel 1942 per ordine di Stalin. La deportazione della comunità è stata terribile: oltre un mese in vagoni ferroviari piombati per attraversare le steppe desertiche fino al Kazakstan mentre i più deboli, bimbi, anziani e malati che morivano, erano abbandonati dai treni in corsa come rifiuti. La persecuzione è terminata nel 1956 con Chruscev ma la comunità era ridotta ai minimi termini provata dalla terribile esperienza; sono passati altri anni fino a giungere alla riabilitazione totale effettuata a Putin. Gli italiani di Crimea, hanno passaporto ucraino ma sono russofoni (la Crimea è stata parte della Russia fino al 1956) e, ora vivono il difficile momento della penisola che ambisce a tornare parte integrante della Russia.
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