SULMONA - I Comitati cittadini per l’ambiente saranno presenti, domenica 2 aprile, a Colfiorito all’evento“Gasdotti e terremoti: diritti delle popolazioni e tutela del territorio”, organizzato da Mountain Wilderness Umbria, Comitato Norcia per l’Ambiente e dal Comitato No Tubo.“Domenica 2 aprile, presso la Sala Convegni del Parco Regionale di Colfiorito, luogo simbolo di tante devastazioni, abusi territoriali e punto d’incontro fra Umbria e Marche, dalle ore 10 si terrà l’incontro nazionale “Gasdotti e terremoti. Diritti delle popolazioni e tutela del territorio”, aperto a tutti.Organizzato da Mountain Wilderness Umbria, Comitato Norcia per l’Ambiente, Comitato No Tubo, Comitato contro le devastazioni territoriali in Umbria, Comitato No acquedotto per la difesa della Valnerina, Comitato No Inceneritori Terni, Mercato Brado; l’evento ha l’obbiettivo di ribadire la netta e totale opposizione al progetto SNAM – metanodotto “Rete Adriatica” che, attraversando l’intera penisola da Brindisi a Minerbio per circa 700 Km., intercetta e si sovrappone all’intero sistema di faglie attive dell’Appennino Centrale.
Ogni Comune attraversato, un epicentro a tutti tristemente noto: L’Aquila, Norcia, Foligno, Visso, Cascia, Preci…tanto per citare i più famosi.
Da oltre 13 anni siamo impegnati nel contrastare quest’opera che porterebbe solo utili alla multinazionale e utilizzerebbe i nostri territori esclusivamente come servitù di passaggio.
Centrali e cabine di compressione/ripressurizzazione verrebbero realizzate in zone ad altissimo rischio sismico come la Valle Peligna, Cittareale a pochissimi Km . da Norcia, Accumuli….
Il tubo, di 1,2 mt. di diametro, posto a 5 mt. di profondità con 75 bar di pressione, (i “nostri” terremoti si attestano su ipocentri di 8-11 Km. e spaccano strade e montagne…), necessita di una servitù di circa 40 mt. per la posa del tubo e la costruzione di strade per consentire l’accesso ai cantieri. Intere aree naturali verrebbero devastate, corsi d’acqua attraversati più e più volte con lavori di scavo in alveo.
Allo scempio ambientale si aggiunge il rischio oggettivo per le popolazioni di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio. Dei 30 Comuni attraversati 15 sono di rischio sismico 1 e 15 rischio sismico 2. I recenti sismi hanno aggravato lo stato di allerta, facendoci prendere atto della oggettiva e malcelata volontà di non ricostruzione dei piccoli e diffusi centri, unici presidi contro lo spopolamento del territorio appenninico, la perdita totale di identità di luoghi unici per cultura, ambiente naturale, tradizioni. Una perdita inestimabile di beni immateriali dopo la devastazione materiale. Basta guardare l’Aquila, colpìta nel 2009, per capire come la ricostruzione non avvenga! Le comunità non possono essere “deportate” per desertiificare il territorio e renderlo terra di nessuno, s venduto a due lire a multinazionali che mirano solo a far cassa.
La tutela del territorio coincide esattamente con il diritto delle popolazioni che li abitano all’autodeterminazione, al ritorno nei luoghi in cui da sempre convivono con una terra ballerina. Ogni paese e borgo va ricostruito con rigidi criteri antisismici, - non solo quelli “simbolo” su cui, come sempre, sono accesi strumentalmente i riflettori – e non esposti ad ulteriori rischi. Proprio per le caratteristiche oggettive dei nostri territori, ogni piccola realtà può tornare ad essere e diventare parte di un “villaggio diffuso”, una rete di opportunità in cui il turismo ambientale possa crescere e radicarsi.
Non servono tubi e grandi opere, ma solo criterio e razionalità e soprattutto trasparenza e correttezza nelle scelte politiche.
All’incontro sarà presente il geologo Francesco Aucone.
Hanno già dato la propria adesione i Comitati No Tap della Puglia, il Comitato Montanari Testoni e le Bsa di Norcia, il Gruppo d’Intervento Giuridico, i Comitati Abruzzesi, la Federazione Provinciale COBAS di Terni”.
Comitati cittadini per l’ambiente
Ogni Comune attraversato, un epicentro a tutti tristemente noto: L’Aquila, Norcia, Foligno, Visso, Cascia, Preci…tanto per citare i più famosi.
Da oltre 13 anni siamo impegnati nel contrastare quest’opera che porterebbe solo utili alla multinazionale e utilizzerebbe i nostri territori esclusivamente come servitù di passaggio.
Centrali e cabine di compressione/ripressurizzazione verrebbero realizzate in zone ad altissimo rischio sismico come la Valle Peligna, Cittareale a pochissimi Km . da Norcia, Accumuli….
Il tubo, di 1,2 mt. di diametro, posto a 5 mt. di profondità con 75 bar di pressione, (i “nostri” terremoti si attestano su ipocentri di 8-11 Km. e spaccano strade e montagne…), necessita di una servitù di circa 40 mt. per la posa del tubo e la costruzione di strade per consentire l’accesso ai cantieri. Intere aree naturali verrebbero devastate, corsi d’acqua attraversati più e più volte con lavori di scavo in alveo.
Allo scempio ambientale si aggiunge il rischio oggettivo per le popolazioni di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio. Dei 30 Comuni attraversati 15 sono di rischio sismico 1 e 15 rischio sismico 2. I recenti sismi hanno aggravato lo stato di allerta, facendoci prendere atto della oggettiva e malcelata volontà di non ricostruzione dei piccoli e diffusi centri, unici presidi contro lo spopolamento del territorio appenninico, la perdita totale di identità di luoghi unici per cultura, ambiente naturale, tradizioni. Una perdita inestimabile di beni immateriali dopo la devastazione materiale. Basta guardare l’Aquila, colpìta nel 2009, per capire come la ricostruzione non avvenga! Le comunità non possono essere “deportate” per desertiificare il territorio e renderlo terra di nessuno, s venduto a due lire a multinazionali che mirano solo a far cassa.
La tutela del territorio coincide esattamente con il diritto delle popolazioni che li abitano all’autodeterminazione, al ritorno nei luoghi in cui da sempre convivono con una terra ballerina. Ogni paese e borgo va ricostruito con rigidi criteri antisismici, - non solo quelli “simbolo” su cui, come sempre, sono accesi strumentalmente i riflettori – e non esposti ad ulteriori rischi. Proprio per le caratteristiche oggettive dei nostri territori, ogni piccola realtà può tornare ad essere e diventare parte di un “villaggio diffuso”, una rete di opportunità in cui il turismo ambientale possa crescere e radicarsi.
Non servono tubi e grandi opere, ma solo criterio e razionalità e soprattutto trasparenza e correttezza nelle scelte politiche.
All’incontro sarà presente il geologo Francesco Aucone.
Hanno già dato la propria adesione i Comitati No Tap della Puglia, il Comitato Montanari Testoni e le Bsa di Norcia, il Gruppo d’Intervento Giuridico, i Comitati Abruzzesi, la Federazione Provinciale COBAS di Terni”.
Comitati cittadini per l’ambiente