Le frustrazioni di chi non è nativo di internet


E pensare che ero riuscito perfino ad entrare nella pagina dei pagamenti, con la seconda prenotazione, perché la prima era scaduta, ma poi, quando VISA mi ha chiesto il “mot de passe”, la password, mi sono bloccato. Quando mai ho usato io la password per fare prelievi allo sportello della Posta? Il giorno dopo, in virtù del fatto che il cervello non dorme mai, ho capito che quello che VISA intendeva per “mot de passe” altro non era che il PIN, composto da 5 cifre di cui solo io sono l’unico detentore. Ma ormai era troppo tardi! Rientrato nel sito di Air France, compilato tutto ciò che
c’era da compilare, il numero del passaporto, il menù vegano, ecc. non sono più riuscito a trovare il modo di pagare, cioè la pagina riservata ai pagamenti mediante carta VISA. Non c’è stato verso! Alla fine, preso dalla disperazione, mi sono rassegnato ad andare in un’agenzia viaggio di Tulear, accompagnato da Tina, sapendo che avrei speso qualcosa in più, ma i sospiri di sollievo, dopo quasi una settimana che ci provavo, non si sono più contati, dopo che l’impiegata dell’agenzia mi ha rilasciato il biglietto e dopo che il POS ha fatto il suo dovere di prelevare i soldi dal mio conto Poste Pay, legato al circuito VISA. Fra poche settimane si conclude quindi il mio dodicesimo capitolo in questa terra australe, ma qualcosa mi dice che non sarà l’epilogo del libro che sto scrivendo, vivendo, giorno per giorno. Come dicono quegli uomini che hanno perso memoria e virilità, “Mi piacciono ancora le donne, ma non mi ricordo perché”, io, dopo dieci anni da pendolare tra il Friuli e i tropici, posso dire: “Mi piace ancora il Madagascar, ma non mi ricordo perché”.

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