I renziani: basta con i congressi dei notabili

Valeria Valente
Sulle dimissioni del capogruppo del Pd le posizioni si dividono. Di Lello a Nicodemo: facile pontificare senza sporcarsi le mani. Ederoclite: no, deve andar via e chiedere scusa anche a Bassolino  

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno

Napoli - C'è chi l'ha presa malissimo, chi, nei whatsapp privati, dice: finalmente. Non c'è dubbio che prima Matteo Ricci e ieri Francesco Nicodemo abbiano, comunque la si pensi, squarciato il velo di silenzio che era calato sulla listopoli partenopea. Un tassello alla volta. Ð responsabile enti locali del Pd aveva detto al Corriere del Mezzogiorno: «Nessun processo, ma è indubbio che la responsabilità politica è della candidata». E soprattutto: «Ora congresso e rinnovamento vero». Ieri Nicodemo s'è spinto oltre: «Valente si deve dimettere da capogruppo del Pd in Comune». Le reazioni sono diverse, ma una cosa par di capire: il congresso se celebrato come la conta di tessere e notabilati non va giù più a nessuno. «Non mi piacciono quelli che pontificano e non si sporcano le mani — dice il deputato Marco Di Lello riferendosi a Nicodemo —. Ma è indubbio che un congresso delle tessere non serve a niente. Bisogna radere al suolo il Pd e ricostruirlo. Non c'è nulla da salvare al di là della vergogna di questa vicenda, di cui dobbiamo chiedere scusa». «Sono sconcertato — prosegue un altro deputato, Leonardo Impegno —.
 
id="more">Pensare anche solo che ci possa essere un superficiale o peggio un farabutto tra noi che ha inserito nomi falsi in lista mi inquieta. A questo punto serve uno choc. Ho scritto a Renzi, privatamente. Se mettiamo in campo un congresso tradizionale, con le tessere, non serve a nulla. La responsabilità maggiore del gruppo di Napoli è aver favorito delirio e non arginarlo». Per il consigliere regionale Gianluca Daniele, di Area riformista, «il giorno dopo il disastroso risultato delle amministrative, il segretario Renzi promise che sul partito di Napoli sarebbe intervenuto con il lanciafiamme. A quanto pare, invece, m via Toledo c'è qualcuno che sta utilizzando l'estintore». Si riferisce alla notizia dell'entrata in segreteria provinciale di Marrazzo jr e Luca Monsurrò. «Se la notizia fosse confermata, si tratterebbe di un tentativo — continua — di autodistruzione del Pd di Napoli che, in questi giorni, viene anche rovinosamente investito dallo scandalo "listopoli", senza che nessuno alzi il dito per assumersi la colpa di comportamenti illegali o, quanto meno, segnati da gravissima negligenza». Il renziano Tommaso Ederoclite, ex componente della segreteria provinciale è chiaro: «Listopoli è il risultato degli errori dell'ultimo anno. Quello che è successo è un modus operandi che il Pd doveva rifiutare. Ð Pd quando dimentica concetti come legalità e non parla di responsabilità cessa di esistere. Trovo corretto che Valente si dimetta da capogruppo. E se esiste la commissione di garanzia intervenga nei confronti di chi ha creato le liste. Dal 2011 stiamo facendo sempre gli stessi errori. Nicodemo, piaccia o no, ha aperto un principio: cioé non bisogna essere omertosi nel partito. Molti lo pensano e non lo dicono». Ederoclite durante le primarie ha sostenuto Bassolino. «Secondo me andrebbe chiesto scusa anche a lui». E sul congresso: «Attualmente parlare di burocrazia di partito, di tesseramento, aree e componenti significa solo non aver imparato la lezione». E la lezione, al di là delle inchieste, è quella delle urne. È la democrazia.

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