Giornata della Commedia dell'Arte, a Caserta giovani attori recitano per Toni Servillo

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CASERTA - Li ha festeggiati, in tutto il mondo, la Commedia dell’arte: gli anni sono 472. A Caserta la giornata, il 25 febbraio 2017, al teatro Comunale, è stata dedicata a Toni Servillo. «Perché? - dice Patrizio Ranieri Ciu, regista e autore di testi, direttore del progetto sul teatro che ha fatto nascere la Compagnia della Città a Caserta - perché Toni oggi è davvero il migliore, sia per il valore nobile che ha dato alla parola attore sia per la ricerca continua di restituire al teatro il ruolo primario di occhio impietoso sul mondo, sempre più cieco.

Il mondo artistico si divide in due anime: da una parte la visione di come saremo, dall’altra di come potremmo essere. La prima propone di lasciarsi andare, la seconda, di mettersi in discussione, lavorando su se stessi. Per fare questo ci vuole senso critico, ed è qui il vero compito del teatro».

Dalla dedica formale all’attore casertano pluripremiato a quella sostanziale voluta dal sindaco Carlo Marino che ha chiesto che lo spettacolo andato in scena ieri sera, “La costruzione della Commedia”, fosse dedicato, con invito a loro riservato, a vigili del fuoco, bersaglieri della Garibaldi, carabinieri, polizia e guardia di finanza, volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa.

«L’obiettivo è stato - commenta Ciu – ed è il riconoscimento di un impegno prezioso con il dono di un paio d’ore di serenità».

Era il 25 febbraio 1545 quando fu firmato l’atto notarile che sanciva la nascita della prima compagnia di comici professionisti. Nell’atto si leggeva: «L’attore dà senso a cose senza senso, che nella realtà gli altri fanno nella convinzione che abbiano senso».

È da questo assunto che sono partiti ieri i giovani della Compagnia per il loro spettacolo.

«Una dedica l’abbiamo anche noi – hanno detto gli attori – ed è per il giovane suicida di Udine la cui lettera rappresenta in senso compiuto l’ansia, poi il timore e infine il terrore con cui la gioventù va incontro all’incertezza del futuro. Se Michele avesse potuto sperimentare la partecipazione, la condivisione, il sogno, avrebbe capito che c’è sempre la possibilità di un piccolo passo avanti, se questo viene fatto insieme. Questo valga come monito a chi assume la responsabilità delle cose pubbliche: dirigere non è potere, ma è qualità di servizio agli altri. Ogni riferimento al momento politico attuale è, da parte nostra, del tutto voluto».

Servillo e Ciu hanno alcune cose in comune: la data di nascita, l’amore appassionato per il Teatro che il primo esprime da attore e il secondo da autore e i primissimi passi artistici avviati insieme nel soppalco del palazzo Tescione a Caserta.

«Aneddoti comuni? Chiedeteli a Toni - dice Ciu - lui è l’attore. Nell’attore la memoria deve essere di ferro. Io sono autore, penso, scrivo e dimentico. L’autore ha la memoria labile».

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