SULMONA - "Destano non poche perplessità le dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dall'Assessore Regionale Silvio Paolucci in merito al Punto Nascita dell'Ospedale di Sulmona.
La scrivente O.S. non da oggi, ma da sempre, ritiene strategica e fondamentale la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna per tutte le motivazioni che da anni vengono ribadite!
Il Punto nascita di Sulmona è prima di tutto una questione di civiltà! Sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata!
Si sostiene che la Regione ha deliberato “in base ai pareri clinici degli operatori", ovvero sul criterio secondo cui, sotto i 500 parti l’anno, un punto nascita va chiuso, ma, a parere di chi scrive, il ruolo della politica deve anche contemplare capacità (da verificare) di analisi e responsabilità riguardo alle motivazioni che hanno portato il punto nascita di Sulmona a non raggiungere la soglia dei 500 parti annui.
Analisi che, se fosse stata effettuata, avrebbe facilmente palesato le cause della diminuzione dei parti, ovvero mancati investimenti sia in termini di tecnologie, sia in termini di risorse umane da almeno 10 anni a questa parte.
Solo nell'anno 2016 il reparto è stato trasferito nell'ala più sicura dell'Ospedale restituendo così maggiore fiducia alle mamme in termini di sicurezza logistica.
Non si comprende poi perché, se la questione
La scrivente O.S. non da oggi, ma da sempre, ritiene strategica e fondamentale la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna per tutte le motivazioni che da anni vengono ribadite!
Il Punto nascita di Sulmona è prima di tutto una questione di civiltà! Sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata!
Si sostiene che la Regione ha deliberato “in base ai pareri clinici degli operatori", ovvero sul criterio secondo cui, sotto i 500 parti l’anno, un punto nascita va chiuso, ma, a parere di chi scrive, il ruolo della politica deve anche contemplare capacità (da verificare) di analisi e responsabilità riguardo alle motivazioni che hanno portato il punto nascita di Sulmona a non raggiungere la soglia dei 500 parti annui.
Analisi che, se fosse stata effettuata, avrebbe facilmente palesato le cause della diminuzione dei parti, ovvero mancati investimenti sia in termini di tecnologie, sia in termini di risorse umane da almeno 10 anni a questa parte.
Solo nell'anno 2016 il reparto è stato trasferito nell'ala più sicura dell'Ospedale restituendo così maggiore fiducia alle mamme in termini di sicurezza logistica.
Non si comprende poi perché, se la questione
sicurezza è legata al numero dei parti che ogni professionista in equipe assiste in una determinata struttura, perché , all’interno della Asl, non si individua nel Punto nascita di Sulmona la struttura cardine dell’attività aziendale con permanemza a Sulmona delle migliori professionalità aziendali? In poche parole non si comprende perchè debbano essere le mamme a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni e non possa essere il servizio che si avvicini a chi ne ha bisogno essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimità.
Rispondere queste domande significherebbe dover entrare nel merito della questione e non limitarsi a svolgere il ruolo di chi deve solo effettuare tagli! E' inaccettabile che si subisca l'effetto di scelte dannose per questo territorio! Laddove nel tempo vengono scientificamente creati i presupposti (attraverso la mancanza di investimenti) per poter poi giustificare tagli e nascondersi dietro diminuzioni di attività!
La quantità delle prestazioni erogate in sanità è direttamente proporzionale alla qualità delle prestazioni stesse, ed è per questo che la qualità va ricercata, ma non da parte dell'utente, bensì da parte della Regione e quindi della ASL che hanno l'obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive".
P. La Segreteria FP CGIL
Provincia di L'Aquila
Anthony Pasqualone
Rispondere queste domande significherebbe dover entrare nel merito della questione e non limitarsi a svolgere il ruolo di chi deve solo effettuare tagli! E' inaccettabile che si subisca l'effetto di scelte dannose per questo territorio! Laddove nel tempo vengono scientificamente creati i presupposti (attraverso la mancanza di investimenti) per poter poi giustificare tagli e nascondersi dietro diminuzioni di attività!
La quantità delle prestazioni erogate in sanità è direttamente proporzionale alla qualità delle prestazioni stesse, ed è per questo che la qualità va ricercata, ma non da parte dell'utente, bensì da parte della Regione e quindi della ASL che hanno l'obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive".
P. La Segreteria FP CGIL
Provincia di L'Aquila
Anthony Pasqualone