SULMONA - ‘Sovranità’ interviene a Sulmona tramite il suo esponente Alberto Di Giandomenico, in merito al dibattito sul Referendum Costituzionale del 4 dicembre invitando i cittadini sulmonesi e della valle Peligna a votare NO.“Il nostro NO – afferma Di Giandomenico – è dettato da due ragioni: a livello di contenuti, riteniamo la proposta di riforma gravemente lesiva nei confronti della sovranità nazionale,
con il nuovo articolo 117 che di fatto subordina esplicitamente l’attività legislativa in Italia ai vincoli posti dall’Unione Europea. L’approvazione di questa norma comporterebbe di fatto la fine dell’Italia come nazione indipendente”.“A livello politico – prosegue Di Giandomenico – la bocciatura della riforma rappresenterebbe la bocciatura del governo a guida PD che l’ha voluta, come affermato dallo stesso premier Matteo Renzi. Lo stesso governo che vuole privare la Valle Peligna, delle istituzioni fondamentali per la sua sopravvivenza, con la chiusura del Tribunale di Sulmona, declassamento dell’Ospedale con chiusura di un servizio indispensabile per il territorio quali il Punto Nascita. Bocciare la Riforma significa anche fargli sentire il peso della sfiducia popolare nei confronti della loro disastrosa gestione, primo atto per un possibile nuovo inizio per la nostra terra”. Alberto di Giandomenico.
con il nuovo articolo 117 che di fatto subordina esplicitamente l’attività legislativa in Italia ai vincoli posti dall’Unione Europea. L’approvazione di questa norma comporterebbe di fatto la fine dell’Italia come nazione indipendente”.“A livello politico – prosegue Di Giandomenico – la bocciatura della riforma rappresenterebbe la bocciatura del governo a guida PD che l’ha voluta, come affermato dallo stesso premier Matteo Renzi. Lo stesso governo che vuole privare la Valle Peligna, delle istituzioni fondamentali per la sua sopravvivenza, con la chiusura del Tribunale di Sulmona, declassamento dell’Ospedale con chiusura di un servizio indispensabile per il territorio quali il Punto Nascita. Bocciare la Riforma significa anche fargli sentire il peso della sfiducia popolare nei confronti della loro disastrosa gestione, primo atto per un possibile nuovo inizio per la nostra terra”. Alberto di Giandomenico.