Fonte: Corriere della sera
Spiaggiate, morte. Le necroscopie effettuate rivelano: per soffocamento. Insomma: quelle tartarughe sempre più spesso trovate prive di vita sugli arenili dell’Adriatico - dalla Puglia all’Emilia - sono vittime dei pescatori. Animali intrappolati nelle reti. Da cui non riescono a liberarsi. E pure avendo una capacità di stare sott’acqua senza respirare di circa due ore, muoiono annegati. Vuol dire che quelle reti sono state la loro prigione definitiva. L’ultimo caso risale a venerdì. Il ritrovamento è avvenuto a Francavilla, il giorno prima ce n’era stato un altro a Montesilvano . Due tartarughe in entrambi i casi. Ma sono stati segnalati anche delfini, un discreto numero. Ritrovamenti che vanno a sommarsi agli 88 nel solo 2016. E ai 300 degli ultimi due anni. Almeno il 50 per cento degli esemplari ad accertamento necroscopico è morto per affogamento. La stima viene dal Centro studi cetacei onlus di Pescara che lancia l’allarme.
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Dal 27 ottobre, a causa di un cambio delle correnti marine in Adriatico, il fenomeno si è moltiplicato. Tante le carcasse rinvenute in spiaggia. Questo ha consentito all’associazione di monitorare con ancora maggiore puntualità, tramite necroscopie - vere e proprie autopsie effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise - le cause della morte degli animali. Per Vincenzo Olivieri, il presidente del Centro studi, accade che «i pescatori nelle loro reti inavvertitamente peschino delle tartarughe, ancora vive, le quali, però, poi vengono lasciate morire. Occorrerebbe una sensibilizzazione». Sarebbe anche semplice, evitare la morte . Basta chiamare la Guardia costiera, osserva Sergio Guccione, biologo marino e operatore del Centro. «Gli operatori della pesca, nel momento in cui dovessero vedere intrappolata una tartaruga nelle loro reti, dovrebbero chiamare noi oppure fare una telefonata alla Capitaneria di porto, al numero 1530». Quando questo succede, le tartarughe possono essere salvate perché vengono portate al Centro di Recupero e Riabilitazione Tartarughe Marine «Luigi Cagnolaro» di Pescara, un vero e proprio «ospedale».