Pd, la doppia sfida di Buonajuto e Cuomo

Ciro Buonajuto
I due principali leader del partito nel Vesuviano schierati su fronti opposti: il voto dirà la consistenza del loro «peso» 

Fonte: Antonio Cimmino da Il Mattino

Grandi manovre e piccoli maquillage fino all'ultimo minuto ma, da ieri pomeriggio, la macchina organizzativa delle primarie del Pd è finalmente pronta anche all'ombra del Vesuvio: la dialettica e i giochi di potere in atto tra l'establishment e le minoranze interne del partito nel vesuviano e, in particolare, la risposta che verrà dai comuni di Ercolano e di Portici, oggi non decideranno soltanto il destino della segreteria del Partito democratico - la corsa atre fra Emiliano, Orlando e Renzi - ma l'esito di una partita che ridisegnerà gli equilibri politici nelle due città. Insomma, una vera e propria resa dei conti. Sicuramente proverà a fare il botto in casa Ciro Buonajuto. Renziano purosangue, sindaco eletto con maggioranza bulgara nella città degli Scavi, sempre alla giusta distanza di sicurezza dagli spifferi e dalle bande del Pd: è suo il posto di capolista per la mozione Renzi alle primarie democrat, nel collegio numero 9 che comprende comuni decisivi per l'esito della partita, tra cui Castellammare, Portici, Torre del Greco.
 
Il favorito di Renzi in Campania, infatti, ha superato lo scontro tra sindaci per l'individuazione in casa dem del leader che andrà a Roma da dirigente nazionale del Pd, sorpassando anche il primo cittadino di Castellammare, Toni Pannullo, tra gli amministratori in provincia che al momento stanno incassando maggiori risultati. Oggi Buonajuto riproverà a portare la base del renziani ad Ercolano, do pò il flop all'ultimo referendum costituzionale: dalla città degli Scavi il consenso raccolto dai democratici lo scorso dicembre era di appena il 31,90% mentre per il «no» si espresse il 68,10% degli ercolanesi. Un boccone amaro da digerire che il sindaco di Ercolano - assieme ad una macchina organizzativa messa in moto dai renziani doc in città, tra cui il capogruppo Pd in consiglio comunale Luigi Luciani; il segretario del Pd locale, Piero Sabbarese ed il consigliere dem alla città Metropolitana, Michele Maddaloni proverà a cancellare con un colpo di spugna. Ma non sarà facile. Perché i dissidenti che nel 2015 non accettarono la candidatura del fedelissimo di Renzi a sindaco di Ercolano, con conseguente uscita dal partito, sono invece in campo per la mozione del ministro della Giustizia. Tra questi Antonio Liberti, sfidante di Buonajuto alle amministrative. Ma a far discutere è anche il caso Portici, dove per la giornata di oggi presidente di seggio sarà la deputata Pd, ex candidata sindaco a Napoli, Valeria Valente, in campo per la mozione Renzi dopo essere stata a lungo tra le fila dei giovani turchi, area del partito di cui anche il Andrea Orlando fa parte. Un nome "di peso", insomma, per la città della Reggia, dove all'ultimo congresso Pd, quello del 2013, Matteo Renzi allora in competizione con i candidati Gianni Cuperlo e Pippo Civati registrò il più alto numero di preferenze della Campania: più di 1880 voti su oltre 2300 elettori. Allora capolista era il senatore Enzo Cuomo, oggi candidato sindaco a Portici, stavolta invece schierato con Andrea Orlando. Una scelta che peserà non poco e che ha portato Valeria Valente, oggi, ad essere l'unica dei parlamentari campani a presiedere un seggio. Quanto invece alle location per le primarie, la linea è quella di pochi seggi per evitare caos e brogli, dunque soltanto uno a Portici e due ad Ercolano. «Da Portici ed Ercolano - spiega Grazia Tatarella, Presidente della Commissione per il Congresso ci aspettiamo un'ampia partecipazione, considerando anche la candidatura del sindaco di Ercolano a capolista». «Forse la scelta di Valeria Valente di presiedere il seggio di Portici - ha aggiunto può passare come una forzatura, anche perché siamo certi che le operazioni di voto si svolgeranno con tranquillità. Abbiamo lavorato a fondo proprio per questo».

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