La nostra è un’epoca essenzialmente tragica, così ci rifiutiamo di prenderla tragicamente. Il cataclisma è avvenuto, noi siamo tra le rovine, cominciamo a tirar su nuovi piccoli motivi di vita, ad avere nuove piccole speranze. È un lavoro abbastanza duro; non v'è ora alcuna strada facile che immetta nel futuro: ma aggiriamo gli ostacoli o li scavalchiamo. Dobbiamo vivere, non importa quanti cieli siano crollati.
Questa era più o meno la posizione di Constance Chatterley.
Da Lady Chatterley's lover, London Penguin Books 1928
traduzione di L. Angioletti in Mario Schettini, La letteratura della grande guerra, Sansoni, 1968