SULMONA - “Il futuro non è garantito dalla governance del passato”.Abbiamo già scritto questa frase in un precedente Comunicato del 14 luglio scorso.L’ambito cui oggi riferiamo l’affermazione virgolettata è comunque più specifico e di assoluta rilevanza.Quando trema la terra e su di essa giacciono vite umane, allora non basta ribadire che occorre discontinuità con il passato ed il vecchio modo di fare ma occorre, senza esitazione alcuna, correggere gli errori e praticare l’unica via della Prevenzione dai rischi e dagli effetti prodotti dal terremoto.
L’Associazione Coe.So. ha già usato la propria voce oltre che dato inchiostro alla propria opinione in fatto di <destino comune>, riferendo questo binomio di parole non soltanto alla crisi che attaglia lo sviluppo socio-economico ma soprattutto alla consapevole condizione di rischio sismico elevato cui le nostre valli - identificabili anche come Aree dell’Abruzzo interno - sono e restano durevolmente esposte e assoggettate.
Responsabilmente si è scritto, otre che detto anche nell’ambito di una puntata dedicata della Rubrica televisiva “Nero su Bianco”, che la COESIONE è strumento elettivo per affrontare con dovuta priorità tutti gli aspetti che caratterizzano questa criticità maggiore, cui contrapporre scientemente ogni necessaria contromisura precauzionale.
E dire che sarebbero oltremodo bastate le evidenze anche non recenti, per indurre i decisori istituzionali e politici - investiti di poteri formali ed associate responsabilità a scala locale - a tradurre le tragiche memorie degli infausti eventi già verificatisi in preliminari, risolutorie determinazioni atte a trasformare le Comunità locali in preziose risorse ausiliarie, organizzate ed operative, in materia di Protezione e Sicurezza Civile.
Quanto tempo ancora necessiterà e cos’altro deve accadere per sospingere ad agire in tal senso gli “Eletti” e <titolati> a capo della governance delle numerose municipalità non solo peligne, mai raccordate funzionalmente in un unico quadro di analisi dei rischi maggiori o severi, spesso ma senza risultato proattivamente indotte alla opportuna coagulazione dei diversi nuclei di Volontariato - capace ed attivo - distribuito sul territorio, sovente stimolate alla pluralistica condivisione e diffusione culturale (RCP, Rete Civica di Prevenzione) delle competenze, conoscenze ed esperienze disponibili, ben oltre le rituali ed insufficienti procedure di simulazione scolastica contro eventi calamitosi di earthquake ?
Bussando alla porta, ci si aspetta che qualcuno risponda.
Il Presidente
dell’Associazione Culturale Coe.So.
Giancarlo D’Alessandro
L’Associazione Coe.So. ha già usato la propria voce oltre che dato inchiostro alla propria opinione in fatto di <destino comune>, riferendo questo binomio di parole non soltanto alla crisi che attaglia lo sviluppo socio-economico ma soprattutto alla consapevole condizione di rischio sismico elevato cui le nostre valli - identificabili anche come Aree dell’Abruzzo interno - sono e restano durevolmente esposte e assoggettate.
Responsabilmente si è scritto, otre che detto anche nell’ambito di una puntata dedicata della Rubrica televisiva “Nero su Bianco”, che la COESIONE è strumento elettivo per affrontare con dovuta priorità tutti gli aspetti che caratterizzano questa criticità maggiore, cui contrapporre scientemente ogni necessaria contromisura precauzionale.
E dire che sarebbero oltremodo bastate le evidenze anche non recenti, per indurre i decisori istituzionali e politici - investiti di poteri formali ed associate responsabilità a scala locale - a tradurre le tragiche memorie degli infausti eventi già verificatisi in preliminari, risolutorie determinazioni atte a trasformare le Comunità locali in preziose risorse ausiliarie, organizzate ed operative, in materia di Protezione e Sicurezza Civile.
Quanto tempo ancora necessiterà e cos’altro deve accadere per sospingere ad agire in tal senso gli “Eletti” e <titolati> a capo della governance delle numerose municipalità non solo peligne, mai raccordate funzionalmente in un unico quadro di analisi dei rischi maggiori o severi, spesso ma senza risultato proattivamente indotte alla opportuna coagulazione dei diversi nuclei di Volontariato - capace ed attivo - distribuito sul territorio, sovente stimolate alla pluralistica condivisione e diffusione culturale (RCP, Rete Civica di Prevenzione) delle competenze, conoscenze ed esperienze disponibili, ben oltre le rituali ed insufficienti procedure di simulazione scolastica contro eventi calamitosi di earthquake ?
Bussando alla porta, ci si aspetta che qualcuno risponda.
Il Presidente
dell’Associazione Culturale Coe.So.
Giancarlo D’Alessandro