Valerio Binasco succede a Mario Martone alla guida artistica della Fondazione Teatro Stabile di Torino

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Valerio Binasco
TORINO - Valerio Binasco nuovo consulente per la direzione artistica della Fondazione del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, d’intesa con tutti i Soci Aderenti (Città di Torino, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt, Città di Moncalieri), nella seduta odierna ha conferito all’unanimità a Valerio Binasco la consulenza per la direzione artistica nel triennio 2018-2020: dal 1° gennaio 2018 Binasco succede quindi a Mario Martone alla guida artistica del Teatro.

Il presidente Lamberto Vallarino Gancia esprime, a nome suo e del Consiglio di amministrazione, «le più vive felicitazioni a Binasco, regista e attore tra i più apprezzati e premiati della scena italiana che – dichiara – saprà proseguire nel solco di eccellenza tracciato da Martone per conseguire ulteriori prestigiosi obiettivi e consolidare le funzioni e la competitività del nostro Teatro. A Binasco – prosegue Gancia – porgo i migliori auguri di buon lavoro e il benvenuto nella squadra dello Stabile, a Martone esprimo la riconoscenza più sincera e profonda, sia umana che professionale, mia e di tutto il Consiglio, per l’autorevolezza, il carisma e il talento che lasceranno un segno indelebile nell’identità del Teatro».

Il direttore Filippo Fonsatti saluta l’arrivo di Valerio Binasco con grande stima, piena soddisfazione e molte aspettative.
«Analizzando il profilo dei più importanti esponenti della scena teatrale italiana – dichiara Fonsatti – la scelta è ricaduta su Binasco per la solidità e la coerenza di un percorso artistico ben connotato nel corso della carriera e delineato in tre ambiti, nei quali ha coniugato la ricerca e il rigore con uno stile registico sempre capace di entrare in relazione con il pubblico: si è distinto infatti sia per la rilettura innovativa e originale dei grandi titoli del repertorio, sia per l’attenzione alla drammaturgia e ai temi della contemporaneità, sia infine per la formazione e la valorizzazione dei giovani talenti. Binasco è nel pieno della maturità artistica ed ha dimostrato di avere tutte le potenzialità e l’ambizione per crescere ancora e sfidare la scena internazionale. A Mario Martone – aggiunge Fonsatti – un ringraziamento fraterno per l’intesa perfetta e leale negli anni trascorsi insieme, per il prestigio che ha conferito al Teatro Stabile e alla nostra Città, per la condivisione della sua esperienza intellettuale e per l’esempio del suo impegno civile, per la realizzazione di produzioni memorabili – cito fra tutte Operette morali e Morte di Danton – che oltre ad averci emozionato ci hanno fatto comprendere la necessità, l’utilità e il senso profondo del fare Teatro oggi».

Il direttore artistico Mario Martone ricorda di avere dedicato ogni energia per scrivere il personaggio interpretato da Valerio Binasco nel film Noi credevamo, di averlo osservato nel buio a prepararsi per la sua entrata in scena nell’Edipo a Colono, di aver pianto di commozione quando lo ha visto abbracciare, nei panni di Pietro Giordani, il giovane Leopardi sul set. «È principalmente per questo, perché è un artista, che sono felice del suo arrivo a Torino nel ruolo che ho ricoperto per dieci anni – dichiara Martone. Se è vero che i teatri hanno il dovere, anche civile, di essere macchine dalla buona conduzione gestionale, hanno però senso solo se la follia e la tensione degli artisti riescono ad aprire squarci imprevedibili e visionari che appassionino gli spettatori e ne facciano una comunità. 

Binasco col suo teatro coraggioso e innamorato degli attori ribalta da sempre, con enorme talento, tanti luoghi comuni sui testi che mette in scena, che siano classici o contemporanei: con lui lo Stabile di Torino continuerà ad aprire sulla scena mondi interiori e a interrogare la realtà col teatro».

«Ringrazio innanzitutto coloro che hanno avuto l’idea di propormi questo incarico – dichiara Valerio Binasco – a partire dai Soci Aderenti del Teatro Stabile e dal Consiglio di Amministrazione: prima di oggi non sapevo che cosa volesse dire davvero sentirsi onorato. È molto forte in me la gioia, certo, ma il sentimento che prevale è quello della responsabilità nei confronti di questa Città che amo profondamente, della Regione in cui sono nato, degli artisti che qui risiedono e lavorano, molti dei quali sono amici di una vita coi quali sarà bellissimo confrontarsi su idee e progetti. Lo Stabile di Torino – prosegue Binasco – ha rappresentato in questi ultimi anni un’eccellenza ineguagliata sul territorio nazionale, grazie a un grande lavoro di squadra, ma soprattutto alla simbiosi perfetta di due grandi uomini di teatro: Mario Martone e Filippo Fonsatti. Non sarà facile, ma farò tutto il mio meglio per onorare l’eredità artistica di Mario, mentre mi considero fortunato di poter collaborare con Filippo, per le sue competenze gestionali e culturali e per la sua lucida visione strategica. Non vedo l’ora – conclude Binasco – di mettermi al lavoro per contribuire, nel mio nuovo ruolo, a progettare il futuro della nostra comunità».

Valerio Binasco sarà presente alla conferenza stampa di presentazione della Stagione 2017-2018 del Teatro Stabile di Torino in programma al Teatro Carignano giovedì 11 maggio 2017, alle ore 11.

Valerio Binasco (1964), regista e attore piemontese, è uno dei più affermati e premiati artisti della scena teatrale italiana. Nel corso della sua carriera ha realizzato un progetto artistico ben connotato e articolato in tre ambiti, nei quali ha coniugato la ricerca e il rigore con uno stile registico sempre capace di entrare in relazione con il pubblico: si è distinto infatti sia per la rilettura innovativa e originale dei grandi titoli del repertorio, sia per l’attenzione alla drammaturgia e ai temi della contemporaneità (sono considerate di riferimento le sue regie di testi di Fosse, Pinter, Kristof, Ginzburg, Paravidino, McDonagh, Razumovskaja, McPherson, Pasolini, Testori, Scimone), sia infine per la formazione e la valorizzazione dei giovani talenti, come testimonia la sua vocazione didattica esercitata presso la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, l’Accademia Nazionale Silvio D’Amico di Roma, la Scuola Civica Paolo Grassi di Milano, la Scuola per attori dello Stabile di Torino.

In qualità di regista, da molte stagioni viene regolarmente invitato a produrre o viene ospitato dai maggiori teatri stabili pubblici e privati italiani e dai più importanti festival, tra cui quelli di Torino, Roma, Genova, Milano, Marche, Prato, Parma, Verona, Palermo, Firenze, Spoleto, Siracusa, Taormina.

Negli ultimi anni Binasco ha intensificato i suoi rapporti con il Teatro Stabile di Torino, firmando la regia di tre produzioni al Teatro Carignano – Filippo di Vittorio Alfieri (con lo stesso Binasco nel ruolo del titolo), Il mercante di Venezia di Shakespeare (con Silvio Orlando) e Sogno d’autunno di Jon Fosse (con Giovanna Mezzogiorno) – oltreché presentando altri importanti lavori (Romeo e Giulietta e La tempesta di Shakespeare, Il bugiardo di Goldoni, È stato così e L’intervista della Ginzburg) e insegnando presso la Scuola per attori. Nella prossima stagione firmerà, sempre al Carignano, una nuova produzione del Don Giovanni di Molière.

In qualità di regista e attore si è finora aggiudicato 5 Premi Ubu, 2 Premi dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, 1 Premio Olimpico del Teatro - ETI e 1 Premio Linea d’ombra, ed ha ricevuto nomination ai Nastri D’Argento, ai David di Donatello e alle Maschere del Teatro.

Binasco si è formato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova dove si è diplomato nel 1988 e dove ha debuttato come attore, prendendo parte a diverse produzioni dirette da Marco Sciaccaluga. Quindi ha incontrato Carlo Cecchi, che lo ha scelto per l’Amleto prodotto dal Festival dei Due Mondi di Spoleto. Di ritorno a Genova, è stato protagonista del Re cervo di Gozzi e di Ivanov di Checov. Ha iniziato quindi un periodo di intensa collaborazione con Franco Branciaroli, che lo ha visto protagonista di vari spettacoli, tra cui Antigone di Sofocle, I due gemelli veneziani di Goldoni, La bisbetica domata e Re Lear di Shakespeare, L’ispettore generale di Gogol.

In seguito è ritornato a lavorare con Cecchi, prendendo parte a Finale di partita di Beckett (Premio Ubu 1995 come miglior spettacolo italiano e migliore regia) e a La serra di Pinter, quest’ultima coprodotta dal Teatro Stabile di Torino. Con il Teatro Garibaldi e il Teatro Biondo di Palermo, sempre per la regia di Cecchi, è stato tra i protagonisti della Trilogia Shakespeariana: Amleto (nel ruolo di Amleto), Sogno di una notte di mezza estate, Misura per Misura. Per l’interpretazione di Amleto ha ricevuto il premio Linea dʼombra e il Premio Ubu 1998 come migliore attore emergente.

In quegli stessi anni è iniziata la sua attività nella regìa con Bar di Spiro Scimone, presentato al Festival di Taormina, e in veste di regista è tornato al Teatro di Genova per mettere in scena La bella regina di Leenane di Martin McDonagh, mentre per il Teatro Stabile di Firenze è stato regista e interprete, nel ruolo di Robert, di Tradimenti di Pinter. Con la produzione del Teatro Stabile di Roma ha firmato la regia del Gabbiano di Cechov, recitando nel ruolo di Trigorin, quindi ha avviato un’intensa collaborazione con il Teatro Stabile di Parma, che lo ha visto impegnato come regista di Festen di Vinterberg e di Cara professoressa di Ludmilla Razumovskaja (Premio Ubu 2003 come migliore novità straniera).

Successivamente ha collaborato con il Teatro Stabile delle Marche, interpretando il ruolo di Cal in Negro contro cani di Kòltes, regia di Giampiero Solari, e ha preso parte a Edipo a Colono di Sofocle nel ruolo di Polinice, diretto da Mario Martone per il Teatro Stabile di Roma (Premio ETI Ente Teatrale Italiano - Gli Olimpici del Teatro come migliore attore non protagonista, e Premio Ubu).

Nelle stagioni successive ha firmato la regia di Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg per lo Stabile di Firenze, de Il dio di Roserio di Giovanni Testori e de Il cortile di Spiro Scimone, presentato al Festival DʼAutomne di Parigi e al Festival di Gibellina.

Per il Teatro Stabile di Genova ha messo in scena La chiusa di Conor McPherson (Premio Ubu 2006 come nuovo testo straniero, e Premio della Critica 2006 come miglior spettacolo) e Qualcuno arriverà di Jon Fosse. Nel 2007 ha portato in scena Noccioline di Fausto Paravidino prodotto dal Teatro Eliseo di Roma e dal Teatro Stabile di Parma, e nel 2008 per il Teatro Stabile di Roma ha diretto e interpretato E la notte canta di Jon Fosse; nello stesso anno, per l’Eliseo di Roma, ha curato la regia di Un giorno d’estate di Jon Fosse e l’anno successivo de L’intervista di Natalia Ginzburg sempre per l’Eliseo. Dopo la regia di Sonno di Jon Fosse per il Teatro della Tosse di Genova (Premio della Critica 2010), ha inaugurato al Carignano la stagione 2010-2011 del Teatro Stabile di Torino con Filippo di Vittorio Alfieri. L’anno successivo per il Teatro Eliseo di Roma ha diretto Romeo e Giulietta di Shakespeare (Premio Ubu come miglior regia) con Riccardo Scamarcio e nello stesso anno è stato regista del Catalogo di Carrière e di È stato così di Natalia Ginzburg con Sabrina Impacciatore.

Nel 2012 ha fondato la Popular Shakespeare Kompany, compagnia indipendente impegnata, presso il Teatro Romano di Verona e in collaborazione con lo Stabile di Prato, nella Tempesta di Shakespeare. 

Nel 2013, in coproduzione con il Teatro Stabile di Torino, ha firmato la regia del Mercante di Venezia con Silvio Orlando e l’anno successivo de Il bugiardo di Goldoni per il Teatro di Verona. 

Sono seguite le direzioni di Sarto per signora di Feydeau per il Teatro Stabile di Firenze, di John e Joe di Agota Kristof per la Fondazione Teatro Due di Parma e la Popular Shakespeare Kompany, di Porcile di Pasolini, prodotto dal Teatro Metastasio di Prato, della Cucina di Arnold Wesker che ha inaugurato la stagione 2016-2017 del Teatro Stabile di Genova.

Nel maggio 2017 ha debuttato al Festival di Siracusa su invito di Roberto Andò, direttore artistico dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, con Fenicie di Euripide.

Significativa è anche l’attività cinematografica, che ha visto Binasco recitare in film di qualità accanto a Toni Servillo, Valerio Mastrandrea, Valeria Golino, Luca Zingaretti, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Angela Finocchiaro, Stefania Sandrelli, Elio Germano, Fiona Show, Giuseppe Battiston, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Rocco Papaleo, Luigi Lo Cascio, Stefania Rocca, Giovanna Mezzogiorno, diretto da Martone, Ozpetek, Comencini, Cupellini, Tavarelli, ecc.

Nel 2005 Binasco ha ricevuto la nomination ai Nastri d’Argento quale miglior attore protagonista nel film Lavorare con lentezza e nel 2016 ha ricevuto la nomination ai David di Donatello quale migliore attore non protagonista nel film Alaska.

Di seguito un elenco sintetico della sua filmografia:

• Alaska (2015) regia di Claudio Cupellini
• Il giovane favoloso (2014) regia di Mario Martone
• Tutto parla di te (2011) regia di Alina Marazzi
• Noi credevamo (2009) regia di Mario Martone
• Un giorno perfetto (2007) regia di Ferzan Ozpetek
• Non prendere impegni stasera (2006) regia di Gianluca Maria Tavarelli
• Texas (2005) regia di Fausto Paravidino
• La bestia nel cuore (2005) regia di Cristina Comencini
• Lavorare con lentezza (2004) regia di Guido Chiesa
• Keawe (2005) regia di Valerio Binasco
• Cassa veloce (2003) cortometraggio di Francesco Falaschi
• Tre punto sei (2002) regia di Nicola Rondolino
• Non è giusto (2001) regia di Antonietta de Lillo
• Qui non è il paradiso (2000) regia di Gianluca Maria Tavarelli
• La vita Altrui (2000) regia di Michele Sordillo
• Domenica (2000) regia di Wilma Labate

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