GIORNO 10
Ho iniziato a pianificare questo viaggio dai primi di Gennaio con l’unico obbiettivo di trovare il punto esatto in cui mio padre William White ha incontrato gli Americani.
Siamo arrivati all’ultimo giorno del nostro viaggio. Lasciamo l’albergo a Calitri in una calda mattina primaverile diretti verso la nostra meta finale: Sant’Andrea. La strada scende per 7 Km. lungo una collina che costeggiava Calitri per poi immettersi in una rada pianeggiante lunga 2Km. attraversata da un fiume. Dopo altri 7 Km di pedalata intorno alla collina arriviamo a Sant’Andrea.
Siamo passati tra campagne e boschi affacciati su viste meravigliose su entrambi i lati della collina. Abbiamo pedalato fin dentro la cittadina e ci ha sorpreso la quantità di vecchie biciclette decorate di fiori esposte nelle vie cittadine quasi fossero un simbolo della città.
Dal diario di William “ Finalmente sono giunto a quel “giorno” a cui anelavo da due anni e un mese ! Il giorno del ricongiungimento con l’esercito Britannico. Al momento i primi Alleati che ho incontrato sono due Americani della Fanteria in ricognizione nel paese di Sant’Andrea che si stavano radendo !”
Abbiamo seguito le indicazione per il centro e con nostra grande gioia, appena arrivati nella piccola piazza centrale abbiamo visto sul lato ovest una meravigliosa fontana medioevale con quattro cannelle da cui fuoriuscivano zampilli d’acqua ! La fontana era incorniciata da un arco ornamentale in bassorilievo. Mio marito Peter ed io abbiamo pensato che fosse il posto perfetto per radersi durante una pausa di ricognizione e siamo stati entrambi subito certi che quello era il posto che stavamo cercando !
Mentre sostavamo davanti la fontana c siamo sentiti osservati dagli sguardi di alcuni locali in un bar adiacente. Era come si dicessero tra d loro: Chissà perché questa coppia di matti sta scattando tutte queste foto ?
Per essere sicuri che eravamo nel posto giusto abbiamo fatto un giro intorno alla città e abbiamo chiesto ai locali se c’erano altre fontane all’interno del paese. Una volta accertato che quello che era il nostro “posto” Peter è andato al bar per comprare una bevanda. Come si è allontanato, mi si è avvicinato un uomo anziano che parlava un Inglese medio. Aveva vissuto in Canada per 15 anni.. Gli abbiamo spiegato il motivo per cui eravamo giunti nel paese e abbiamo intrattenuto una conversazione mentre sorseggiavamo le nostre birre. Non sembrava molto interessato alla nostra storia e non è stato capace di darci ulteriori informazioni. Il bar si stava riempendo di clienti per cui siamo usciti. Appena fuori la cittadina ci siamo fermati su un tranquillo angolo della valle che circondava Calitri e abbiamo fatto un picnic. Dopo un breve riposino su una panchina abbiamo pedalato indietro fino al paese dove ci attendeva la nostra ultima notte da pellegrini.
Nel tardo pomeriggio ci siamo incontrati con Mario appena arrivato da Napoli che ci ha portati a cena . Il ristorante era a conduzione familiare. Come da abitudine Mario è andato salutare l’oste e ci ha presentati ad una arzilla signora di 79 anni a cui aveva parlato del nostro arrivo. Durante la cena la signora continuava ad osservarci traducendo durante la conversazione. Era nata a Calitri e aveva vissuto a New York per la maggior parte della sua vita. Ritiratasi dal lavoro si è trasferita di nuovo in Italia. Ci ha raccontato che suo padre cercava di nascondere sua madre e tutti i bambini dalle retate dei tedeschi. La famiglia rimase nascosta nelle campagne fino all’arrivo degli Americani. All’epoca aveva solo 4 anni ma ricorda che gli Alleati le davano le caramelle. Ricorda anche gli enormi crateri intorno a Calitri causati dai bombardamenti.
Mentre eravamo in compagnia di Mario e della signora di New York ho notato vicino al nostro tavolo una coppia di Inglesi che avevano casa a Calitri. Si sono dispiaciuti per la nostra imminente partenza in quanto ci facevano notare che Calitri era una bellissima comunità e avrebbero avuto piacere a mostrarci meglio il posto. Ci siamo sentiti sopraffatti dall’ospitalità ricevuto anche in luoghi così remoti.
Nel nostro viaggio abbiamo pedalato e camminato per 250 Km. Abbiamo percorso in autobus 64Km. e viaggiato in macchina per 100Km.
Abbiamo studiato le mappe di tutte le località attraverso cui siamo transitati, per giorni. Abbiamo imparato ad usare le mappe con il traduttore dell’ Ipad, abbiamo conosciuto gente generose e interessante. Abbiamo migliorato la conoscenza della lingua italiana e abbiamo approfondito la nostra conoscenza su quello che è successo in Italia durante la II Guerra Mondiale. Siamo stati ospitati in accoglienti strutture alberghiere disseminati in splendidi villaggi su cime collinari, vallate e zone rurali. Abbiamo mangiato in ottimi ristoranti a conduzione familiare gustando la tipica cucina Italiana. Abbiamo potuto gustare vino rosso locale e abbiamo goduto spartani picnic in meravigliose zone isolate. E per finire abbiamo sviluppato le nostre capacità di apprezzare il famoso Prosecco !
Abbiamo fatto tanto esercizio fisico e mangiato il dolce più buono della mia vita: una crostata di pere e ricotta a Calitri proprio nella nostra ultima notte.
Dal diario di papà : “Non si può costruire il futuro senza tener conto del passato! (I miei pensieri nel 1944)”
Mio padre era un uomo positivo e ha vissuto una vita piena. Ha cresciuto 4 figli e ha vissuto in una tipica fattoria Australiana. Era molto riservato riguardo la sua esperienza di guerra. Tuttavia è sempre stato evidente che fosse una persona adattabile. Una qualità che ha trasmesso ai suoi figli, ai suoi nipoti e mi auguro ai suoi 23 bisnipoti.
Gabry Di Mattia
Ho iniziato a pianificare questo viaggio dai primi di Gennaio con l’unico obbiettivo di trovare il punto esatto in cui mio padre William White ha incontrato gli Americani.
Siamo arrivati all’ultimo giorno del nostro viaggio. Lasciamo l’albergo a Calitri in una calda mattina primaverile diretti verso la nostra meta finale: Sant’Andrea. La strada scende per 7 Km. lungo una collina che costeggiava Calitri per poi immettersi in una rada pianeggiante lunga 2Km. attraversata da un fiume. Dopo altri 7 Km di pedalata intorno alla collina arriviamo a Sant’Andrea.
Siamo passati tra campagne e boschi affacciati su viste meravigliose su entrambi i lati della collina. Abbiamo pedalato fin dentro la cittadina e ci ha sorpreso la quantità di vecchie biciclette decorate di fiori esposte nelle vie cittadine quasi fossero un simbolo della città.
Dal diario di William “ Finalmente sono giunto a quel “giorno” a cui anelavo da due anni e un mese ! Il giorno del ricongiungimento con l’esercito Britannico. Al momento i primi Alleati che ho incontrato sono due Americani della Fanteria in ricognizione nel paese di Sant’Andrea che si stavano radendo !”
Abbiamo seguito le indicazione per il centro e con nostra grande gioia, appena arrivati nella piccola piazza centrale abbiamo visto sul lato ovest una meravigliosa fontana medioevale con quattro cannelle da cui fuoriuscivano zampilli d’acqua ! La fontana era incorniciata da un arco ornamentale in bassorilievo. Mio marito Peter ed io abbiamo pensato che fosse il posto perfetto per radersi durante una pausa di ricognizione e siamo stati entrambi subito certi che quello era il posto che stavamo cercando !
Mentre sostavamo davanti la fontana c siamo sentiti osservati dagli sguardi di alcuni locali in un bar adiacente. Era come si dicessero tra d loro: Chissà perché questa coppia di matti sta scattando tutte queste foto ?
Per essere sicuri che eravamo nel posto giusto abbiamo fatto un giro intorno alla città e abbiamo chiesto ai locali se c’erano altre fontane all’interno del paese. Una volta accertato che quello che era il nostro “posto” Peter è andato al bar per comprare una bevanda. Come si è allontanato, mi si è avvicinato un uomo anziano che parlava un Inglese medio. Aveva vissuto in Canada per 15 anni.. Gli abbiamo spiegato il motivo per cui eravamo giunti nel paese e abbiamo intrattenuto una conversazione mentre sorseggiavamo le nostre birre. Non sembrava molto interessato alla nostra storia e non è stato capace di darci ulteriori informazioni. Il bar si stava riempendo di clienti per cui siamo usciti. Appena fuori la cittadina ci siamo fermati su un tranquillo angolo della valle che circondava Calitri e abbiamo fatto un picnic. Dopo un breve riposino su una panchina abbiamo pedalato indietro fino al paese dove ci attendeva la nostra ultima notte da pellegrini.
Nel tardo pomeriggio ci siamo incontrati con Mario appena arrivato da Napoli che ci ha portati a cena . Il ristorante era a conduzione familiare. Come da abitudine Mario è andato salutare l’oste e ci ha presentati ad una arzilla signora di 79 anni a cui aveva parlato del nostro arrivo. Durante la cena la signora continuava ad osservarci traducendo durante la conversazione. Era nata a Calitri e aveva vissuto a New York per la maggior parte della sua vita. Ritiratasi dal lavoro si è trasferita di nuovo in Italia. Ci ha raccontato che suo padre cercava di nascondere sua madre e tutti i bambini dalle retate dei tedeschi. La famiglia rimase nascosta nelle campagne fino all’arrivo degli Americani. All’epoca aveva solo 4 anni ma ricorda che gli Alleati le davano le caramelle. Ricorda anche gli enormi crateri intorno a Calitri causati dai bombardamenti.
Mentre eravamo in compagnia di Mario e della signora di New York ho notato vicino al nostro tavolo una coppia di Inglesi che avevano casa a Calitri. Si sono dispiaciuti per la nostra imminente partenza in quanto ci facevano notare che Calitri era una bellissima comunità e avrebbero avuto piacere a mostrarci meglio il posto. Ci siamo sentiti sopraffatti dall’ospitalità ricevuto anche in luoghi così remoti.
Nel nostro viaggio abbiamo pedalato e camminato per 250 Km. Abbiamo percorso in autobus 64Km. e viaggiato in macchina per 100Km.
Abbiamo studiato le mappe di tutte le località attraverso cui siamo transitati, per giorni. Abbiamo imparato ad usare le mappe con il traduttore dell’ Ipad, abbiamo conosciuto gente generose e interessante. Abbiamo migliorato la conoscenza della lingua italiana e abbiamo approfondito la nostra conoscenza su quello che è successo in Italia durante la II Guerra Mondiale. Siamo stati ospitati in accoglienti strutture alberghiere disseminati in splendidi villaggi su cime collinari, vallate e zone rurali. Abbiamo mangiato in ottimi ristoranti a conduzione familiare gustando la tipica cucina Italiana. Abbiamo potuto gustare vino rosso locale e abbiamo goduto spartani picnic in meravigliose zone isolate. E per finire abbiamo sviluppato le nostre capacità di apprezzare il famoso Prosecco !
Abbiamo fatto tanto esercizio fisico e mangiato il dolce più buono della mia vita: una crostata di pere e ricotta a Calitri proprio nella nostra ultima notte.
Dal diario di papà : “Non si può costruire il futuro senza tener conto del passato! (I miei pensieri nel 1944)”
Mio padre era un uomo positivo e ha vissuto una vita piena. Ha cresciuto 4 figli e ha vissuto in una tipica fattoria Australiana. Era molto riservato riguardo la sua esperienza di guerra. Tuttavia è sempre stato evidente che fosse una persona adattabile. Una qualità che ha trasmesso ai suoi figli, ai suoi nipoti e mi auguro ai suoi 23 bisnipoti.
Gabry Di Mattia