SULMONA - La cerimonia di riapertura del "Cimitero ipogeo" sarà celebrata venerdì 16 p.v. a Castelvecchio Subequo nell'area attrezzata antistante l'ingresso al sito, a partire dalle ore 10.00 con una funzione religiosa officiata dal Monsignor Giovanni Carrù, Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra del Vaticano.L'evento è stato presentato questa mattina durante una conferenza stampa, coordinata da Giovanni Pizzocchia.Per l'occasione sono intervenuti la responsabile regionale dell'Agenzia di Promozione Culturale
Rosa Giammarco, l'Amministrazione Comunale di Castelvecchio Subequo con il consigliere comunale con delega alla cultura Maria Santilli, il parroco Massimiliano Di Carlo ed il referente Giuseppe Cera del Gruppo Archeologico Superequano.
La catacomba paleo-cristiana di Superaequum del IV sec. in Castelvecchio Subequo è la piu' antica testimonianza dell'avvento del cristianesimo in Abruzzo.
Nel luglio del 1943, nel pendio della parte nord della collina denominata Colle Moria, in Castelvecchio Subequo casualmente venne alla luce una lunga galleria. Esplorata attentamente, risultò piena di sepolture con iscrizioni, lucerne funerarie, ed altri funebri. La Soprintendenza ai Monumenti e Antichità dell’epoca, fatto un sopralluogo, dichiarò trattarsi di una catacomba paleocristiana e quindi di competenza della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra,
Rosa Giammarco, l'Amministrazione Comunale di Castelvecchio Subequo con il consigliere comunale con delega alla cultura Maria Santilli, il parroco Massimiliano Di Carlo ed il referente Giuseppe Cera del Gruppo Archeologico Superequano.
La catacomba paleo-cristiana di Superaequum del IV sec. in Castelvecchio Subequo è la piu' antica testimonianza dell'avvento del cristianesimo in Abruzzo.
Nel luglio del 1943, nel pendio della parte nord della collina denominata Colle Moria, in Castelvecchio Subequo casualmente venne alla luce una lunga galleria. Esplorata attentamente, risultò piena di sepolture con iscrizioni, lucerne funerarie, ed altri funebri. La Soprintendenza ai Monumenti e Antichità dell’epoca, fatto un sopralluogo, dichiarò trattarsi di una catacomba paleocristiana e quindi di competenza della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra,
che fu subito informata. Il Vaticano prontamente inviò i propri esperti e, dopo una visita minutissima, confermavano che si trattava di una autentica catacomba del IV secolo.
La catacomba è costituita da una galleria scavata nella roccia, lunga una quarantina di metri, ripartita in due bracci ad angolo retto di circa una ventina di metri ciascuno, larga 1 mt e alta 2, con volta a botte e dei loculi posti lateralmente con iscrizioni graffite sull’intonaco; è presente anche il simbolo del cosiddetto “Monogramma Costantiniano” graffito su una parete e posto in rilievo su alcune lucerne ivi ritrovate. Vale la pena di ricordare che questo monogramma, simbolo dei cristiani dell’epoca, fu fatto apporre dall’imperatore Costantino sui labari delle sue legioni nella famosa battaglia, da lui vinta a ponte Milvio nel 312 d.C.
La catacomba è da considerarsi pertinente all’antica città di Superaequum che sorgeva ai piedi della collina, ove è posizionata.
Superaequum, di cui parlano Plinio e Ovidio, era uno dei tre municipi dell’etnia Peligna, gli altri due erano Corfinium (Corfinio) e Sulmo (Sulmona).
Le catacombe, notoriamente, furono le sepolture dei primi cristiani. Pertanto questo monumento ci attesta che già nel quarto secolo, forse anche prima, abbiamo avuto qui la presenza di cristiani e in virtù di questo fatto tranquillamente possiamo affermare che, ad oggi, ci troviamo di fronte alla più antica testimonianza storica dell’avvento del cristianesimo in Abruzzo.
La catacomba è costituita da una galleria scavata nella roccia, lunga una quarantina di metri, ripartita in due bracci ad angolo retto di circa una ventina di metri ciascuno, larga 1 mt e alta 2, con volta a botte e dei loculi posti lateralmente con iscrizioni graffite sull’intonaco; è presente anche il simbolo del cosiddetto “Monogramma Costantiniano” graffito su una parete e posto in rilievo su alcune lucerne ivi ritrovate. Vale la pena di ricordare che questo monogramma, simbolo dei cristiani dell’epoca, fu fatto apporre dall’imperatore Costantino sui labari delle sue legioni nella famosa battaglia, da lui vinta a ponte Milvio nel 312 d.C.
La catacomba è da considerarsi pertinente all’antica città di Superaequum che sorgeva ai piedi della collina, ove è posizionata.
Superaequum, di cui parlano Plinio e Ovidio, era uno dei tre municipi dell’etnia Peligna, gli altri due erano Corfinium (Corfinio) e Sulmo (Sulmona).
Le catacombe, notoriamente, furono le sepolture dei primi cristiani. Pertanto questo monumento ci attesta che già nel quarto secolo, forse anche prima, abbiamo avuto qui la presenza di cristiani e in virtù di questo fatto tranquillamente possiamo affermare che, ad oggi, ci troviamo di fronte alla più antica testimonianza storica dell’avvento del cristianesimo in Abruzzo.