PENSIONI: IL FURTO DI STATO AI PENSIONATI
di Umberto Franchi
In Italia negli ultimi 30 anni hanno "riformato" per ben 8 volte le pensioni... non c'è stato governo di destra o di sinistra che non abbia smontato mattone per mattone la struttura portante del sistema pensionistico conquistato con le lotte operaie e studentesche dell'autunno caldo del 1969. Il fine è stato quello di far sparire un diritto sancito dagli articoli 36 e 38 della Costituzione: chiudere il ciclo lavorativo della propria vita con dignità e serenità. Per questo fine si sono inventate bugie clamorose sul costo pensionistico più alto d'Europa, statistiche mistificanti, falsi buchi di bilancio dell'Inps, fondi privati e pubblici aperti o chiusi, false illusioni...
Oggi si perpetua l'ultima truffa chiamata APE ( anticipo pensioni) dove il lavoratore che ha pagato tutti i contributi e potrebbe andare in pensione in modo dignitoso, deve invece aspettare fino a 67 anni di età (legge Fornero) oppure andare con 3,7 mesi di anticipo dando alle banche ed assicurazioni per tutta la vita (20 anni) una parte della propria pensione : su una pensione di 1500 euro mensile circa 300 euro al “prestito bancario”
Ma perchè si sta perpetrando anche questo misfatto?
Oggi si perpetua l'ultima truffa chiamata APE ( anticipo pensioni) dove il lavoratore che ha pagato tutti i contributi e potrebbe andare in pensione in modo dignitoso, deve invece aspettare fino a 67 anni di età (legge Fornero) oppure andare con 3,7 mesi di anticipo dando alle banche ed assicurazioni per tutta la vita (20 anni) una parte della propria pensione : su una pensione di 1500 euro mensile circa 300 euro al “prestito bancario”
Ma perchè si sta perpetrando anche questo misfatto?
Prima considerazione:
- l'ultima legge anticostituzionale ( quella Fornero), ha preso a pretesto il buco dell'INPS per portare la realtà pensionistica allo sfacello, dove le pensioni con il nuovo calcolo contributivo sono di entità inferiori del 60 % rispetto al precedente calcolo retributivo, dove l'allungamento dell'età pensionabile in prospettiva supererà i 70 anni di età.; dove i lavoratori che avevano maturato il diritto di andare in pensione con 40 anni di contributi devono aspettare altri 5/6 anni anche se svolgono attività pesanti ed usuranti.
Inoltre la riforma ha creato 480.000 lavoratori “esodati”, per oltre la metà di essi non c’è la possibilità di andare in pensione, non avranno ammortizzatori sociali e nemmeno la possibilità di trovare un altro lavoro, generando casi di disperazione suicida come quello di Giuseppe Bulgarella, “un suicidio sulla coscienza di Monti”.
Il governo sostiene che la scelta dell' API è abbligata altrimenti sarebbero serviti 10 miliardi che sarebbero andati ad incrementare il buco dell'INPS?
Ma perchè chi governa non dice da cosa dipende oggi il deficit dell'INPS?
Il governo sostiene che la scelta dell' API è abbligata altrimenti sarebbero serviti 10 miliardi che sarebbero andati ad incrementare il buco dell'INPS?
Ma perchè chi governa non dice da cosa dipende oggi il deficit dell'INPS?
Il motivo è questo:
La legge n. 201 del 2011 ha stabilito l'unificazione tra gli istituti pensionistici dei lavoratori dei settori privati (INPS) con quelli dei settori statali e pubbliche amministrazioni ( Inpdap ed Enpas);
a fine anno anno 2011 le casse dell'INPS che riscuotevano i contributi pensionistici sia dalle imprese private che dai lavoratori, erano attive di 10 miliardi, ma con l'unificazione dell'INPS con Inpdap e Anpas, l'Inps ha iniziato ad andare in deficit, non perchè le pensioni dei lavoratori erano troppo alte... ma a causa dei mancati pagamenti dei contriuti pensionistici a carico sia degli Enti Locali che dello Stato. Cioè lo stato commette un furto, perchè anziché fare pagare i contributi (come alle imprese private) o ripianare il deficit degli Enti locali e della macchina statale che non hanno pagato i contributi assicurativi ai propri dipendenti, preferisce (di fatto) farli pagare ai lavoratori riducendo le prestazioni pensionistiche ed aumentando l'età pensionabile! Nella fusione (2011) tra Inps e Inpdap Enpas c'èrano già 23,7 miliardi di euro di contributi non pagati dallo stato nel fondo Inpdap, che si è accollato l'INPS andando in deficit.
a fine anno anno 2011 le casse dell'INPS che riscuotevano i contributi pensionistici sia dalle imprese private che dai lavoratori, erano attive di 10 miliardi, ma con l'unificazione dell'INPS con Inpdap e Anpas, l'Inps ha iniziato ad andare in deficit, non perchè le pensioni dei lavoratori erano troppo alte... ma a causa dei mancati pagamenti dei contriuti pensionistici a carico sia degli Enti Locali che dello Stato. Cioè lo stato commette un furto, perchè anziché fare pagare i contributi (come alle imprese private) o ripianare il deficit degli Enti locali e della macchina statale che non hanno pagato i contributi assicurativi ai propri dipendenti, preferisce (di fatto) farli pagare ai lavoratori riducendo le prestazioni pensionistiche ed aumentando l'età pensionabile! Nella fusione (2011) tra Inps e Inpdap Enpas c'èrano già 23,7 miliardi di euro di contributi non pagati dallo stato nel fondo Inpdap, che si è accollato l'INPS andando in deficit.
Quindi va sottolineato che : lo stato attraverso il governo Monti- Fornero e dopo con Renzi, prende a pretesto il deficit fittizio per ridurre le pensioni ed aumentare l'età pensionabile dei lavoratori del settore privato dove le casse INPS erano in attivo divenute passive solo per scelta dello stato .
Seconda considerazione:
Anche nel 2016 l'Inps prevede di chiudere in rosso di 11,2 miliardi, ma perchè? Sempre per la stessa ragione delle mancate riscossioni dei crediti che l'INPS vanta nei confronti dello stato a cui va anche aggiunta tutta la questione dell'assistenza.
Invece con i soldi che vengono versati dai lavoratori ALL’INPS e che dovrebbero essere utilizzati solo per le pensioni, a causa di una legge dello stato, l'INPS deve pagare anche il TFR del Pubblico Impiego ed il TFR più tre mensilità (all’80%) ai lavoratori delle aziende fallite senza avere la copertura necessaria alle liquidazioni dei dipendenti;
Non è vero che la spesa per le pensioni in Italia è insostenibile perchè è più alta che nei paesi esteri … Chi afferma questo non dice che: la pensione in Italia è calcolata sulla la cifra lorda e che il pensionato restituisce allo stato circa il 27% della propria pensione tramite una trattenuta IRPEF, mentre il calcolo in tutti gli altri Paesi Europei (Francia, Germania, Gran Bretagna) viene effettuato sulla pensione al netto delle trattenute fiscali. Se calcoliamo le entrate per contribuiti all’Inps e le uscite che vengono date ai pensionati al netto, l’INPS avrebbe un utile di circa 27 miliardi l'anno.
Anche per le aziende in crisi che licenziano e mettono i lavoratori in mobilità o in prepensionamento (liberandosi di lavoratori ultra-cinquantenni considerati anziani) , il costo di essi viene addebitato all’INPS. Inoltre l’INPS si fa carico anche delle spese per l’assistenza ai portatori di handicap, non autosufficienti e addirittura della cassa di previdenza dei dirigenti aziendali che a suo tempo fallì.
I costi utilizzati per i pagamenti del TFR, dei lavoratori in mobilità, dei prepensionamenti, ed anche gli interventi di assistenza, negli altri Paesi Europei ( sempre citati da chi vuole tagliare le pensioni) fa carico allo Stato, in Italia all’INPS!
Ora lor signori del governo non bastano tutte queste vergogne. Essi evidentemente non ritengono le pensioni come un diritto costituzionale riguardante la retribuzione differita, ed hanno il coraggio di togliere circa il 25% della pensione a chi decidera l'anticipo di 3 anni tramite la restituzione del prestito bancario... non solo , hanno tolto la perequazione semestrale con l'adeguamento al costo della vita, hanno modificato con un decreto una sentenza della Corte Costituzionale che obbligava il governo a rendere il mal tolto ai pensionati (della legge Fornero) che agiva con il blocco delle perequazioni a chi detiene una pensione lorda superiore a tre volte il minimo (1.100 euro netti mensili), rimborsando loro una elemosina... ma la decisione ancora più grave sta ne fatto che il governo Renzi sta pensando di abolire le pensioni di reversibilità concesse ai coniugi dei pensionati deceduti. Pensioni che sono finanziate dai contributi versati e che quindi su questo il governo si appresterebbe ad operare un altro vero furto di Stato!
Ora dobbiamo domandarci, se i conti dell’INPS sono comunque in attivo, se lo Stato spende in assistenza i soldi che i lavoratori hanno dato all’INPS per la propria pensione, se la logica economica ed occupazionale vorrebbe che i lavoratori andassero in pensione prima lasciando i posti ai lavoratori disoccupati e non il contrario… perché i pensionati (che già sono in pensione) dovrebbero accettare il taglio delle proprie pensioni tramite la non rivalutazione al costo della vita? Perché chi ha maturato 40 anni di contributi per andare in pensione deve accettare il taglio del 25% ? perché i lavoratori italiani dovrebbero andare in pensione più tardi con pensioni decurtate tramite il contributivo?
La risposta è politica: anche il Governo Renzi vuole fare cassa con i soldi della “povera gente”, senza mettere veramente in discussione tagliando le pensioni ed i redditi vitalizi d'oro, ed i grandi patrimoni.