Lo stupro allo specchio






                                                                  di Carlo Felici

Secondo le statistiche avvengono in Italia circa 10 stupri al giorno, tra i quali il 60% è imputabile ad italiani, e il 40% circa a stranieri, la maggior parte, inoltre, avviene all'interno delle pareti domestiche.
Però si fa poco o nulla per prevenire tale scempio che si aggiunge e spesso si accompagna all'omicidio delle donne, detto anche “femminicidio”, termine per altro un po' spregiativo se aggiunto ad omicidio e usato al posto di “donnicidio”, che forse sarebbe più rispettoso e corretto.
Invece di lanciare una campagna che a vasto raggio serva a prevenire e a combattere questa perversa tendenza alla riduzione della persona ad oggetto, questi fatti servono più che altro a scopi strumentali.
Lo stupro dei migranti serve ad alimentare campagne xenofobe contro i barbari invasori che sarebbero pronti a rubarci tutte le donne, e quello, per altro da appurare nei dettagli, dei carabinieri, a gettare discredito sull'Arma, come se fosse essa stessa a perpetrare reiteratamente tale infamante prassi.
Tutto ciò non fa che incrementare ignoranza e volgarità, nei media e nella prassi quotidiana.
Perché capire che la tendenza a considerare una donna un semplice oggetto di desiderio e di piacere, è una perversione che nasce da un preciso contesto, quello in cui tutto: esseri umani e merce sono ridotti a merce per scopo di profitto non è facile senza una profonda consapevolezza di come e di dove si vive.
Come se la prostituzione, largamente praticata in Italia e dagli italiani all'estero, noti per altro per essere ai primi posti per “acquisti pedofili”, non fosse essa stessa una sorta di stupro e di reificazione dell'essere umano.

Tutto questo fa parte di un contesto ipocrita e largamente degradato sul piano morale, etico e sociale, in cui sia gli strumenti educativi che quelli legislativi hanno largamente abdicato rispetto all'uso corrente di sorvolare o tollerare certi reati infamanti.
Così, persino chi dovrebbe reprimerli con fermezza, in non pochi casi, li giustifica a causa di presunte “provocazioni” e persino dei giudici sono sembrati alquanto lassisti e compiacenti di fronte a tali crimini che sono invece tra i peggiori che possano essere commessi da un essere umano.
Come lamentarsi o scandalizzarsi poi se ragazzine oggetto di stupro di gruppo vengono abbandonate dalla comunità civile e costrette ad andarsene in altri posti per evitare la vergogna delle chiacchiere e della malcelata ironia? Come sorprendersi se anche certi nostri politici o governanti che dovrebbero dare il buon esempio, resistono impunemente alle accuse di avere organizzato orge varie con ragazze minorenni? In fondo sono affari loro..
La pedofilia è diffusa persino tra chi dovrebbe essere guida morale e religiosa per le nuove generazioni, e non tutti i preti pedofili sono raggiunti da una sacrosanta giustizia.
Il dilagare dei reati a sfondo sessuale è il sintomo di una società decadente, squallida, degradata e sostanzialmente in putrefazione morale.
E' del tutto evidente che, rispetto ad essa, chi predica altri principi anche spinti fino al fanatismo, ha, non buon, ma ottimo gioco nell'affermarsi, se non altro per la rabbia e la reazione che tutto ciò suscita quando si unisce all'emarginazione, allo sfruttamento e alla schiavitù salariale.
Per esseri umani psichicamente labili, che non sanno più considerare con sacro rispetto né la natura umana e tanto meno la natura così com'è, uno stupro ed un incendio di un bosco stanno alla pari, la differenza è solo quanto ci si guadagna dall'uno o dall'altro, quale pseudopiacere perverso e demoniaco se ne può trarre
Uno pseudopiacere per altro autolesionista che ne genera altri analoghi in una escalation di dipendenza dal male.
E allora è sicuramente più facile trovare capri espiatori nei migranti o nei carabinieri, a seconda delle tendenze e dei gusti ideologici, piuttosto che riflettere sulla natura profonda di un male che si manifesta anche nella semantica. Pedofilia, che etimologicamente dovrebbe voler dire amore e cura per i ragazzi quasi come figli, invece di misopedia che più correttamente corrisponde al male che si fa ai ragazzi, all'essere contro di loro, sfruttandoli sessualmente, femminicidio perché la donna è innanzitutto una femmina, non una donna, in se stessa. L'uso sbagliato delle parole è già sintomo di un uso sbagliato di quella mente con cui si producono i mali determinati dalle azioni.
Diceva Catherine Alice MacKinnon: “Gli uomini che sono in galera per stupro credono che sia la cosa più stupida di questo mondo... son stati messi in galera per un qualcosa che differisce molto poco da ciò che la maggior parte degli uomini fa e poi chiama "sesso". L'unica differenza è che quelli in galera son stati arrestati.”
Ecco, se fossimo capaci di riflettere attentamente su questa frase, magari forse ci guarderemmo meglio allo specchio, trovando forse altrove ciò che troppo spesso finiamo fin troppo comodamente per imputare al primo che ci capita sotto i riflettori, carabiniere o migrante che sia.

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